Proverbi e detti popolari del mese di GENNAIO

Gennaio è il primo mese dell’anno secondo il calendario gregoriano, conta 31 giorni, si colloca nella prima metà di un anno civile. Il nome gennaio deriva dal dio romano Giano (Ianuarius), divinità preposta alle porte e ai ponti, ma più in generale rappresentava ogni forma di passaggio e mutamento (difatti gennaio è il mese che apre le porte del nuovo anno).

Il calendario romano originale era più breve di quello gregoriano (304 giorni), in quanto i Romani consideravano l’inverno un periodo senza mesi. Fu Numa Pompilio ad aggiungere Gennaio e Febbraio, rendendo l’anno uguale a quello solare.

Con la riforma giuliana del 46 a. C. il primo giorno del mese è stato fatto coincidere con il Capodanno, ma quest’ordine del calendario non è stato sempre mantenuto nelle varie epoche. Nel medioevo, ad esempio, venivano considerati come primo giorno dell’anno a volte il 1° marzo (come nella Repubblica di Venezia) oppure il 1° settembre (Impero d’Oriente e Russia) ed è stato così fino al XVIII secolo. Gennaio chiude i festeggiamenti del Natale cristiano con l’ultima festività dell’Epifania, celebrata il 6 gennaio, per concludersi poi con il battesimo di Gesù, che si celebra la prima domenica dopo l’Epifania.

LA CONSUETUDINE, IL TEMPO E LE PATRONALI

GENNAIO è il mese freddo, della neve, dei ghiacci, delle nebbie. La neve, dove cade, regna dall’1 al 18 e, meno frequente, fino al 25. Le piogge sono rade, piuttosto dominano i venti freddi. Tolti i primi quattro giorni, che sono da temere, questo mese è capace di belle giornate e il giorno 29 è uno dei più belli dell’anno. L’inclinazione dei giorni alla neve va ondeggiando: cala e poi cresce di nuovo, come se volesse prendere fiato.

OSSERVANZA

Ecco come si compone il CALENDARIO PERFETTO: i giorni dell’anno sono 365, più uno ogni quattro anni, meno tre ogni quattro secoli, meno tre ogni diecimila anni.

Le CALENDE (26 Dicembre/6 Gennaio), secondo una credenza fondata sul principio dell’analogia, sono i dodici giorni che, da S. Stefano all’Epifania, raccontano come sarà il tempo dominante nei rispettivi 12 mesi: se il 26 è sereno, gennaio darà buono tempo; se il 27 piove, febbraio sarà piovoso; se il 28 è incerto, marzo capriccioso… ecosì avanti. Invece, i giorni che vanno dal 7 al 10 Gennaio corrispondono ciascuno a una stagione: primavera, estate, autunno, inverno: se il 7 splende il sole, la primavera sarà calda; ma se piove, la primavera sarà umida…e così avanti.

La vigilia (16 Gennaio) di S. Antonio Abate bisogna pulire per bene la stalla, i pollai, i giacigli e le gabbie degli animali: la sera della vigilia è meglio non restare ad ascoltare gli animali che parlano tra loro e si confidano i maltrattamenti e le crudeltà degli uomini. Sono parole segrete, dificili da comprendere: non ascoltarle e non disturbarli; si racconta che nei secoli passati chi l’ha fatto poi è morto. Nel giorno del Santo (17 Gennaio) si benedicono gli animali e, a volte, anche delle gallette di farina da appendere nelle stalle, nei cortili e nei pollai. In mancanza di animali da trasporto, in alcune località si fanno benedire api, camioncini e automobili.

I MERCANTI DELLA NEVE sono i Santi Antonio (17 Gennaio), Sebastiano (20 Gennaio) e Biagio (3 Febbraio): se nei loro giorni fa bel tempo e splende il sole, ne approfittano e vanno al mercato a comperare la neve da spargere sulla terra nei giorni successivi.

API: Tieni sgombro l’ingresso e il predellino delle arnie dalle foglie e dalla neve; se ancora non hai trattato contro la varroa, fallo ora quando non fa freddo e non tira vento. Controla le scorte e, se mancano, restituisci miele o nutrimento; cura le attrezzature.

CONCIME: Evita di spargerlo dal 4 all’8 al 19: se è solido, pui usarlo dal 22 al 31; se è liquido, dall’8 al 18.

TERRA: puoi seminare il grano fino a San Sebastiano (20), e i ceci fino alla vigilia del novilunio (15).

LEGNA: Taglia la legna da bruciare dall’8 al 18, e quella da costruzione o per fare mobili dal 22 al 31.

VIGNA: Potala e legala a partire da San Paolo (25), ma non avere fretta e non farlo nelle giornate fredde.

VINO: Continua i travasi, ma senza fretta e mai quando è freddo. Se lo vuoi fermo, travasalo o imbottiglialo dall’1 al 5; se lo vuoi frizzante, dal 7 al 13.

RICORDA LA TERRA BAGNATA NON SI TOCCA. Le lavorazioni falle solo quanto il terreno è in tempera; e il terreno è pronto (“in tempera”) quando immergi la vanga e poi la tiri su asciutta, senza che al ferro restino attaccati motti di terra.

Curiosità

I GIORNI DELLA MERLA (29, 30, 31 Gennaio) sono gli ultimi 3 di Gennaio, e si dice siano i più freddi dell’inverno, ma pare che gli anni più recenti non siano d’accordo. Si racconta che in questi tre giorni, la merla (che un tempo era bianca come la neve), per proteggersi dal freddo intenso si infilò in un camino dove, a causa delle fuliggine, le sue penne divennero nere e così rimasero per sempre: quando la vide, il corvo la prese in giro. Ricorda: se in questi giorni fa sole, la primavera sarà piovosa.

  • Gennaio nell’Emisfero boreale è l’equivalente stagionale di luglio in quello australe e viceversa.
  • Negli anni non bisestili, Gennaio inizia con lo stesso giorno di ottobre.
  • La pietra del mese è il granato.
  • Il fiore del mese è il garofano o il Galanthus.
  • Gli ultimi tre giorni di Gennaio sono detti giorni della merla.
  • 12 Gennaio 1927: inizia la vita legale della provincia di Brindisi, voluta nel progetto di smembramento della provincia di Terra D’Otranto di Mussolini. L’annuncio ufficiale venne dato il 6 Dicembre del 1926 al podestà di Brindisi e istituita con il R.D.L. 2 Gennaio 1927, pubblicato sulla gazzetta ufficiale del regno l’11 Gennaio.

Gennaio visto da Simon Bening (1483/1484 – 1561)

Frasi sul mese di gennaio

  • È profondo gennaio. Il cielo è duro. Gli steli sono saldamente radicati nel ghiaccio. (Wallace Stevens)
  • Il giorno più corto è passato, e qualunque intemperia ci porti il mese di gennaio e febbraio, almeno notiamo che le giornate si allungano. Minuto per minuto si allungano là fuori. Ci vogliono alcune settimane prima che ci si renda conto del cambiamento. È impercettibile come la crescita di un bambino, giorno dopo giorno, fino a quando arriva il momento in cui, con una specie di felice sorpresa, ci rendiamo conto che siamo in grado di stare fuori casa al crepuscolo per un altro quarto d’ora prezioso. (Vita Sackville-West)
  • Il mese di gennaio è quello in cui si fanno gli auguri ai propri amici. Gli altri mesi sono quelli in cui gli auguri non si realizzano. (Georg Lichtenberg)
  • Nessuno ha mai considerato il primo di gennaio con indifferenza. È ciò da cui ognuno data il proprio tempo, e su cui conta ciò che rimane. È la natività del nostro comune Adamo. (Charles Lamb)
  • Ogni uomo dovrebbe di nuovo nascere il primo giorno del mese di gennaio e cominciare con una pagina nuova. Mettere un foro in più nella cintura, se necessario, o toglierne uno, a seconda delle circostanze. Ma il primo giorno del mese di gennaio ogni uomo indossi le sue vesti ancora una volta, con la faccia protesa in avanti, e si dimentichi il passato e le cose che erano. (Henry Ward Beecher)
  • Dal punto di vista letterario segnaliamo che il romanzo La storia di Elsa Morante inizia proprio in questo mese:

    Un giorno di gennaio dell’anno 1941, un soldato tedesco di passaggio, godendo di un pomeriggio di libertà, si trovava, solo, a girovagare nel quartiere di San Lorenzo, a Roma. Erano circa le due del dopopranzo, e a quell’ora, come d’uso, poca gente circolava per le strade.

Proverbi

  • 1 CALENDE: com’è oggi, così sarà Luglio
  • 2 CALENDE: com’è oggi, così sarà Agosto
  • 3 CALENDE: com’è oggi, così sarà Settembre
  • 4 CALENDE: com’è oggi, così sarà Ottobre
  • 5 CALENDE: com’è oggi, così sarà Novembre
  • 6 CALENDE: com’è oggi, così sarà Dicembre
  • 7 Fino al 9, dove abitualmente cade, regna la neve.
  • 15 S. Mauro: giorno umido
  • 16 Vigilia di S. Antonio: di notte non entrare nella stalla
  • 17 S. Antonio: MERCANTE DELLA NEVE, giorno umido; oggi benedizione degli animali dei contadini
  • 20 S. Sebastiano: MERCANTE DELLA NEVE; le galline ricominciano a deporre le uova
  • 23 S. Emerenziana: se oggi non piove, grano a rischio
  • 24 S. Francesco e S. Feliciano: se oggi non piove, poco grano
  • 25 S. Paolo: se è sereno, buoni raccolti; se piove o nevica, carestia; se nebbia, moria di animali; se fa tempesta, guerra fra i popoli; se il tempo è scuro, le previsioni delle calende sono annullate.
  • 29-31 Giorni della Merla

L’uva di capodanno non portò mai danno.
Tempo chiaro e dolce a Capodanno, assicura bel tempo tutto l’anno.
A Gennaio l’Epifania tutte le feste le porta via, poi arriva San Benedetto che ne riporta un bel sacchetto!
San Severino, dalla barba bianca, di neve ne porta una gamba. (8 Gennaio).
Sant’Antonio, gran freddura, San Lorenzo gran caldura, l’uno e l’altro poco dura. (17 Gennaio).
Per San Bastiano, sali il monte e guarda il piano; se vedi molto, spera poco; se vedi poco, spera assai. (20 Gennaio).
San Bastiano la viola in mano. (20 Gennaio).
Sant’Agnese , il freddo è per le siepi. (21 Gennaio).
San Vincenzo l’inverno mette i denti. (22 Gennaio).
Gennaio e febbraio, empie o vuota il granaio.
Freddo e asciutto di Gennaio, empiono il granaio.
Polvere di Gennaio, carica il granaio.
Se l’ape gira di Gennaio tieni da conto il granaio.
Il buon Gennaio fa ricco il massaio.
Quando canta il pigozzo (picchio) di Gennaio, tieni a mano il pagliaio.
A mezzo Gennaio, mezzo pane e mezzo pagliaio.
Guardati dalla primavera di Gennaio.
Felice il bottaio che pota in Gennaio.
Ogni gatta ha il suo Gennaio.
Luna di grappoli a Gennaio, luna di racimoli a Febbraio.
Bello di Gennaio, spesso brutto di Febbraio.
La luna di Gennaio è la luna del vino.
Chi pota alla mancanza di Gennaio, pota a uva (con la luna calante).
Chi pota a Gennaio, pota al grappolaio.
A Gennaio tutti i gatti nel gattaio.
Il pollame di Gennaio empie il gallinaio.
Gennaio forte, tutti i vecchi si augurano la morte.
Quando Gennaio mette erba, se tu hai grano tu lo serba.
Non v’è gallina o gallinaccia che di Gennaio uova non faccia.
A Gennaio: sotto la neve pane, sotto la pioggia fame.
La luna di Gennaio fa luce come giorno chiaro.
Primavera di Gennaio reca sempre un grande guaio.
Se Gennaio sta in camicia, marzo scoppia dalle risa.

Gennaio bello Febbraio in mantello.
La luna di Gennaio fa luce come giorno chiaro.
Gennaio: Dopo la neve, buon tempo viene.
La neve di Gennaio diventa sale, e quella d’aprile farina.
Gennaio fa il ponte e febbraio lo rompe.
A mezzo Gennaio, metti l’operaio.
Chi vuole un buon agliaio, lo ponga di Gennaio.
Gennaio secco, lo villan ricco.
Gennaio e Febbraio mettiti il tabarro.
Gennaio ingenera, febbraio intenera (marzo imboccia).
Gennaio fa il peccato, e Maggio è il condannato.
Anno nôvo, ‘n salto de bôvo.
Annu nou, frusta noa
Annu novu, ‘gni gajina porta l’ovu.
A San Maur (15 gennaio) una fred dal diàvol, a sant’ Antoni (17 Gennaio) una fred dal demoni.
Sant’ Antonio dalla barba bianca se non piove la neve non manca.
Sant’ Antonio dalla barba bianca, se non nevica non si mangia.
San Fabian e Sebastian i ven via cun la viöla in man.
A Sant’ Agnes cór la löserta par la ses.
San Vincenz de la gran fredüra, San Lorenz de la gran caldüra: vün e l’ alter poch el düra.
Se per San Paolo (25 gennaio) è sereno, abbondanza avremo.
De le calendule e de le crescendule no me ne cüre, basta che’ l dé de San Paol no’ l sé scüre.
Se gennare mette la jerve, tiette le grane ca’ te serve
Se gennare è cattive e triste, d’ogni frutte riimpie ie canistre
Se gennare mette la jerve, tiette le grane ca’ te serve

  • A mezzo gennaio metti l’operaio
  • Gennaio asciutto, contadino ricco
  • Gennaio e febbraio sono la chiave di tutto l’anno
  • Gennaio è per metà festaio
  • Gennaio fa i ponti, febbraio li chiude o li rompe
  • Gennaio tiene i frutti nel solaio
  • Il freddo di gennaio empie il granaio
  • La mandorla sciocca, fiorisce a gennaio quando fiocca
  • La primavera di gennaio porta guai
  • Non c’è gallina né gallinaccia, che di gennaio l’uova non faccia
  • Non ha timor dell’orrido gennaio, chi ha buona pelliccia addosso e doppio saio.
  • Raro come una mosca a gennaio
  • Se gennaio riempie i fossi, settembre colma le botti
  • Se l’ape gira a gennaio, tieni da conto il granaio
  • San Ruggiero, amante dei forestieri (5 Gennaio)
  • Il barbato (Sant’Antonio abate – 17), il frecciato (San Sebastiano, 20), il mitrato (san Biagio, 3 febbraio): il freddo è assicurato
  • Per sant’Antonio abate, maschere e serenate
  • San Lorenzo la gran calura, sant’Antonio la gran freddura, l’una e l’altra poco dura
  • Sant’Antonio dalla barba bianca, se non piove la neve non manca
  • Sant’Antonio dalla barba bianca, se non piove, poco ci manca
  • Sant’Antonio fa il ponte e san Paolo lo rompe
  • Sant’Antonio sera e mattina, un passo di gallina
  • Sant’Antonio, la gran freddura; san Lorenzo, la gran calura; l’una e l’altra poco dura
  • Se nevica il dì di sant’Antonio, ancora venti giorni di freddo poi
  • A san Sebastiano, la violetta in mano
  • Per San Sebastiano, sali il monte e guarda il piano: se vedi molto spera poco, se vedi poco spera molto
  • Per san Sebastiano, un’ora abbiamo
  • San Bastiano, con la viola in mano
  • Sant’Agnese, il freddo è per le siepi (21 Gennaio)
  • Se non piove per san Feliciano, vale più il sacco che il grano (24 Gennaio)
  • Delle calende non me ne curo, purché a san Paolo non faccia scuro (25 Gennaio)
  • San Paolo chiaro e la Ceriola scura, dell’inverno non si ha più paura (25 Gennaio)
  • Se il giorno di san Paolo è sereno, godrem l’annata e l’abbondanza in seno; ma se fa freddo guerra avremo ria, e se nevica o piova carestia (25 Gennaio)

Poesie di Gennaio, per il primo mese dell’anno

Oreste Ferrari (1890-1962) invita a guardare questo mese attraverso le mimose della Liguria:

Siete mai stati sulle colline
belle e ridenti, di Bordighera,
quando gennaio, nelle mattine
chiare e nelle ore pomeridiane,
ha già un tepore di primavera?
Sui poggi aprichi, sui molli clivi
e sui declivi delle costiere,
tra i verdi opimi placidi ulivi
splendon le nuvole gaie e leggere,
fatte di buccole d’oro e odorose,
delle mimose gonfie di sole
e del respiro della marina.
Cantate a gara con le campane
squillanti a festa dalle lontane
chiese dei borghi, calde parole
d’amore, o trepide nuvole, accese
da un dolce miele solare, scese
forse dal cielo questa mattina,
ora impazienti che giunga sera
per risalirvi, poi tramontare
insieme al sole nel glauco mare.

Con Giorgio Vigolo (1894-1983) andiamo nella Capitale. Scrive, infatti, ne L’eremita di Roma:

Luna di gennaio
ti sono venuto a vedere
come splendi
questa notte sul cespo
delle fontane:
la cupola la prendi in un respiro,
la fai diventare cielo.
La piazza si solleva
col suo lastrico azzurro
verso la croce d’Orione.
Nera è la bocca del colonnato:
suona il campanone
come sugli ebbri sogni
della mia giovinezza,
quando nelle buie notti
qui venivo a conoscere
il viso del mio destino.

Attilio Bertolucci (1911-2000) nella raccolta Verso le sorgenti del Cinghio scrive la poesia Ritorna ai rami:

Ritorna ai rami il fuoco di gennaio
intenerito, di neve i colli non lontani
rallegrano l’ozioso pomeriggio
alle porte della città.
Il giorno è popoloso sino a che s’accende
sul ponte il lampione
e inonda l’acqua di ferro fiorito.

Roberto Sanesi (1930-2001) scrive un’Aria dedicata al primo mese dell’anno:

Anche la neve contribuisce all’idea
che ci si debba decidere.
Ma appena entrati nell’aria di gennaio,
che è come sempre forzare una porta
o sospingere un vetro con delicatezza,
non è più imbarazzante enumerare i sintomi
di quelle forme bianche rigorosamente
irregolari, contingenti, malgrado
la straordinaria chiarezza della luce, sul fondo,
che ci vediamo costretti a interpretare.
In questo senso la neve ci identifica: segno
Del movimento, incessante, compiuto
cominciamento.