La Processionaria
ATTENZIONE ALLA PROCESSIONARIA
Le larve della “Traumatocampa pityocampa” sono uscite dai nidi in anticipo. Consigli per gli escursionisti che percorrono le zone in cui è presente l’infestante.
Attenzione alla processionaria. I bruchi sono già a terra e in fila indiana – di qui il nome – percorrono sentieri e pendii delle zone boscate, in particolare dal pino. Accade sui versanti meglio esposti al sole.
Negli ultimi anni con l’aumento costante delle temperature, il ciclo biologico di (Traumatocampa pityocampa) è favorito sempre di più dalle condizioni meteorologiche. La specie si avvantaggia degli inverni miti come quello in corso. Manca il freddo, quello che con temperature di alcuni gradi sotto lo zero per almeno dieci giorni consecutivi è in grado di ridurre lo sviluppo dell’infestante. Un andamento climatico normale in montagna, almeno sino a qualche anno fa, ma che è sempre più raro a causa del riscaldamento globale. La conseguenza è l’incremento delle popolazioni di processionaria che si sta osservando un po’ ovunque.
L’insetto che allo stadio larvale si ciba delle foglie è chiaramente dannoso per le piante e potenzialmente pericoloso per l’uomo e per gli animali, soprattutto a partire dalle prossime settimane.
Come riconoscerle? Le larve a maturità raggiungono i 30-40 millimetri e hanno il capo nero con leggera peluria gialla. Il corpo è grigio dorsalmente e giallo-bruno ventralmente. Sul dorso, le larve, hanno tubercoli con peli arancio e tra questi altri, più corti, color rosso-fulvo. Questi ultimi sono molto urticanti e, liberati nell’ambiente o per contatto diretto, provocano irritazioni cutanee, alle mucose, alle vie respiratorie di uomini e animali.
In caso di presenza di processionaria del pino è necessario:
• evitare di sostare sotto i pini o altre conifere.
• Non avvicinarsi alle piante che presentano nidi di processionarie e alle larve in processione.
• Non toccare a mani nude nidi, larve e la corteccia di alberi infestati.
• Non fare lavori che possano diffondere nell’aria i peli urticanti (ad esempio: rastrellare foglie o sfalciare l’erba senza protezioni).
• Proteggersi con cura se si intendono asportare i nidi.
• In caso di contatto lavarsi subito con acqua e sapone (compresa la testa) e lavare gli indumenti indossati a temperatura elevata (almeno 60°) evitando di maneggiare i vestiti a mani nude.
• In caso di irritazioni rivolgersi immediatamente al medico.
• Tenere i cani al guinzaglio corto e e controllare attentamente il percorso evitando contatti con l’infestante. Il domestico leso sul muso dalle larve diventa nervoso, deglutisce ripetutamente, cerca di toccarsi la bocca con le zampe e può presentare ipersalivazione, edema linguale e facciale, problemi respiratori, vomito se la larva viene ingerita e reazioni infiammatorie sulla pelle, le mucose e sulla lingua. In tal caso è necessario contattare prima possibile un veterinario.
Il ciclo biologico
La processionaria compie una generazione l’anno. Gli adulti sfarfallano a luglio. Dopo l’accoppiamento, le femmine possono volare anche per diversi chilometri per deporre le uova sistemate a manicotto intorno a coppie di aghi dei rami alti della pianta. Le uova schiudono alla fine d’agosto e le larve cominciano a rodere le foglie rimanendo unite tra loro tessendo una sottile tela di fili sericei.
Man mano che le larve crescono la tela si fa più fitta e resistente, fino a trasformarsi, a settembre, in un vero nido nel quale le larve superano l’inverno. Con temperature superiori a 0° C le larve si spostano in fila indiana seguendo la traccia sericea emessa dalla larva che guida la processione, per nutrirsi degli aghi. Col terzo stadio d’età si formano i microscopici peli urticanti poi, verso febbraio-aprile (quest’anno già a gennaio), ultimato lo stadio evolutivo, le larve scendono al suolo e trovato il punto adatto, vi penetrano per 8-10 cm per imbozzolarsi.
Pubblichiamo due foto tratte dalla seguente ricerca che merita di essere letta anche per gli spunti analoghi a quanto accade in Liguria, ogni regione non è risparmiata dalla processionaria, fino a qualche anno fa solo la zona costiera; ormai da almeno quattro anni notiamo come la processionaria sia giunta sull’appennino ligure e quindi nell’entroterra a quote anche superiori i 1000m slm:
La processionaria dei pini nei boschi della dorsale appenninica della Calabria
Dermatite cutanea provocata da peli larvali di T. pityocampa.